Nel mercato globale dei fornitori di prodotti, servizi e soluzioni di cybersecurity è in corso un cambiamento negli equilibri tra aree geografiche, un fenomeno che la politica dei dazi avviata dall’amministrazione Trump negli USA sta sicuramente contribuendo ad accelerare. Nello scacchiere mondiale degli approvvigionamenti e delle partnership tecnologiche, la politica commerciale aggressiva degli Stati Uniti sta difatti portando le organizzazioni dall’avere un asse che, da americano al 100%, vede sempre più l’ingresso di aziende e vendor orientali. Aprendo pertanto le porte ad aziende cinesi che di contro stanno velocemente riconquistando e ricucendo il gap tecnologico che avevano rispetto ai fornitori statunitensi e ai brand più consolidati nel settore della sicurezza informatica. Ciò fa sì che in questo momento nel comparto cybersecurity guardare a oriente sia una pratica che offre prospettive interessanti, come sta facendo anche Netech, che sta valutando fornitori alternativi cinesi e nella fattispecie un produttore di apparati di rete e switch potenzialmente alternativo a Cisco, o ancora con il produttore cinese Sangfor, partner tecnologico alternativo a Broadcom.

A spingere il mercato verso le aziende cinesi attive nel settore cybersecurity come potenziali partner e alleati tecnologici contribuisce quindi anche l’atteggiamento sempre più arrogante delle aziende americane, che negli ultimi anni hanno mostrato la tendenza ad adottare una posizione molto violenta nelle loro politiche commerciali. Un atteggiamento che è comunque presumibile dovrà trovare presto una qualche forma di mediazione con la grande platea di utilizzatori di prodotti di rete e sicurezza, che in grande quantità nel mondo fanno tradizionalmente riferimento a noti vendor quali Citrix, VMware, Cisco, HP e Dell.

L'immagine illustra il cambio nel mercato dei prodotti di cybersecurity con il passaggio a fornitori dalla Cina

Sul fronte della Cina, di contro, aziende e produttori stanno appunto recuperando con grande rapidità il gap tecnologico che scontavano con altri fornitori, potendo in particolare fare affidamento su un essenziale elemento strategico: la quantità di forza lavoro moltiplicata per n che hanno a disposizione, con un costo della manodopera oltretutto più basso. Nello specifico caso di Sangfor, si parla quindi di un fornitore che Netech sta abbracciando sia per gli aspetti di virtualizzazione sia per quelli di sicurezza, e che sta mettendo in produzione soluzioni molto interessanti che, se pur non ancora mature e non allo stesso livello di un vendor come Broadcom, stanno crescendo rapidamente. Con un’offerta di prodotti sicuramente molto vantaggiosi per un mercato italiano che non richiede funzionalità particolarmente evolute, ma in grado di garantire tassi di efficienza molto elevati.

I vendor cinesi mostrano inoltre un approccio molto europeista, ponendo un focus sempre più importante sul mercato europeo. Il che porta queste aziende ad avvicinarsi sempre più a quelli che sono gli standard che regolamentano il nostro mercato della cybersicurezza, approcciando concetti di standardizzazione di tipo europeo per quanto riguarda le procedure e gli aspetti qualitativi. A dimostrazione di questa crescente attenzione è l’approccio di engagement molto elevato che le aziende cinesi hanno verso partner e utilizzatori europei, mostrando una capacità di risolvere e ‘fixare’ problemi quasi in tempo reale. Favoriti in questo anche da un fuso orario particolarmente vantaggioso rispetto a quello delle nostre aziende.

La grande voglia di penetrare il mercato europeo porta inoltre queste aziende a essere non solo molto disponibili, ma anche commercialmente molto duttili. Si consideri infatti che si parla di aziende, nel caso di fornitori di hardware come switch e server, che hanno produzione in Cina ma si appoggiano a hub di logistica situati in Europa, se non addirittura in Italia, potendo così garantire tempi brevi di consegna e approvvigionamento. Mentre dal punto di vista operativo possono già contare su una presenza capillare sul territorio italiano, con molti produttori cinesi che stanno aprendo filiali e branch in Italia, in molti casi anche in più zone del nostro Paese. Avendo pertanto già una presenza locale tale da garantire grande facilità di scambio e confronto, potendo creare azioni congiunte con i partner italiani.

Diverse sono quindi le interessanti opportunità di business che si stanno aprendo tra aziende cinesi e italiane nel mondo della cybersicurezza, come ad esempio in ambito di infrastrutture cloud, dove gli operatori cinesi non hanno ancora un’offerta adeguata per le aziende in Europa, poiché in Cina non è presente tutta quella regolamentazione europea sulla gestione del dato personale. Una carenza che le aziende cinesi nella cybersecurity stanno quindi risolvendo parlando e creando partnership con aziende italiane, come è il caso di Netech a cui China Mobile si è di recente rivolta per la valutazione di un progetto congiunto in questo specifico ambito.